Torta bumbara di mandorle

(bumb. Torta de mandole)
Ingredienti:
300 g di mandorle
300 g di zucchero
8 uova
Preparazione:
Dividere il tuorlo dall'albume. In una ciotola sbattere a neve l'albume; poi a parte sbattete i tuorli con lo zucchero fino a ricavarne una crema schiumosa, alla quale vanno aggiunte, alternandole, le mandorle finemente tritate e la neve mescolando dal basso verso l'alto, con movimenti lenti, fino ad ottenere un impasto senza grumi. Imburrare lo stampo per torta e spolverare un po' di farina, eliminando quella di troppo. Mettere in forno freddo e cuocere a 180 gradi per 40 minuti. Lasciare raffreddare e spolverare con zucchero a velo e pezzetti di mandorla.
La tradizionale torta bumbara alle mandorle è un simbolo di Dignano che si mangiava a Natale, Pasqua, ai matrimoni e in altre occasioni importanti. Sembra semplice, senza farina, senza lievito in polvere, ma è una torta particolarmente squisita preparata con soli tre ingredienti: uova, zucchero e mandorle.
Per questa leccornia serve pazienza. Un tempo gli ingredienti venivano mescolati per un'ora intera e se glielo chiedete anche oggi, le Bumbare vi consiglieranno di sbattere quanto più a lungo i gialli d'uovo. L'impasto dev'essere schiumoso e la neve degli albumi solida. Le uova non devono essere fredde da frigo, ma vanno lasciate a temperatura ambiente dalla sera prima. Il segreto di questa torta sta nella sua preparazione: ai tuorli vanno aggiunte in maniera alternata le mandorle finemente tritate e la neve, mescolando dal basso verso l'alto, con movimenti lenti. È sconsigliato accelerare i tempi perché la torta non si alzerà. L'impasto attentamente preparato va messo nel forno freddo, che solo ora va acceso a 180 gradi.
È una torta tradizionale della città di Dignano, dalla quale riceve anche il nome: infatti, gli abitanti del luogo che parlano l'istroromanzo (l'istrioto) sono chiamati Bumbari.
Perché Bumbari? Si suppone che il nome sia nato dalla pronuncia sbagliata della parola burbero, che significa inospitale, oppure da fa bumba, che significa bere.
Un aneddoto racconta che fosse stato l'imperatore Francesco Giuseppe durante una visita a Dignano a dare questo nome ai suoi abitanti. La gente del luogo venuta per vederlo, portava in regalo uova, frutta. Il punto d'incontro era nell'area dell'ex stabilimento bacologico. Mentre scendeva dal treno gli abitanti del luogo, non sapendo cosa dire, se ne stavano zitti fissando l'imperatore che disse: „Ma che gente burbera!“ che il podestà comprese come: „Ma che gente bumbara!“. Da allora i Dignanesi vengono chiamati Bumbari.
Una seconda versione racconta che i Dignanesi ricevettero tale soprannome da Francesco Giuseppe, imperatore austriaco, mentre la banda cittadina suonava energicamente bum ... bum ... e da ciò Bumbari.
Un altro aneddoto ancora racconta che all’epoca a Pola c'erano militari tedeschi e ungheresi. Uno di questi chiese il permesso di andare a Dignano, dove bevve vino ed esclamò: „Buona bumba!“, e da allora gli abitanti del luogo sono Bumbari.
A Dignano, come del resto nell'Istria intera, la gastronomia ha le proprie radici nella cucina veneziana, ma con varianti e aggiunte dovute alle influenze austroungariche e slave. La cucina dignanese pertanto è molto ricca di profumi e sapori, e le ricette tradizionali vengono tramandate da generazione a generazione. Mettetevi alla prova nel preparare questo tipico dolce dignanese e taggate #VisitVodnjan.