I Bassi


I “bassi˝, discanto della tradizione popolare di Dignano, sono ora patrimonio dell’umanità: sia il discanto che la scala diatonica, retaggio immateriale di queste terre le cui genti hanno saputo mantenere vivo con orgoglio, umiltà e rispetto il lascito dei vecchi. I “bassi” sono stati proclamati patrimonio culturale croato, incluso poi nella lista dell’UNESCO.

Il discanto dignanese, il basso, è una diafonia, un canto a due voci, il più antico dei nostri canti popolari legato all’istrioto o istroromanzo, vecchio idioma originario di queste terre, discendente diretto del latino medievale. L’impianto tonale non sempre temperato, definito da alcuni studiosi “orientale”, deriva in effetti dallo stile ecclesiale medievale.

La forma del discanto è semplice, è un canto lirico monostrofico, un distico di due endecasillabi, spesso rimato, che risale, secondo il Babudri, al 1200–1300. È cantato da una voce maschile (tenore o basso) che propone il tema, ripresa poi sull’intervallo di quinta dalla voce femminile (soprano o alto), che lo sviluppa in una filigrana di melismi, per poi concluderlo con l’intervallo di ottava.

​​​​​​​Il tutto è dettato dal verso endecasillabo e dalla versatilità del cantore. In conclusione della lunga cadenza finale, interviene la voce femminile che continua il canto con autentici fioretti vocali, insiti nella tradizione paesana. Il discanto può essere proposto anche da due voci maschili e allora è detto “a duj”(basso a due). In conclusione, il discanto dignanese è una delle più antiche forme di canto polivocale europeo.